Tuesday, February 28, 2006

La Luciana


Ieri sera sono andato a cena dalla Luciana. Credo ne sia valsa largamente la pena ed ora vi dirò perchè. Innanzi tutto ero a 1.000 metri di altitudine ad una temperatura di circa 6 gradi sotto lo zero in un paesino dell'alta val di sole rimasto intatto nei secoli e dimenticato dalle rotte del turismo. Arrivo, e il silenzio è quello di sempre, l'odore di legna bruciata mista all'aria sottozero mi fanno capire che sono a casa, nei miei luoghi di sempre.
La Luciana è una donna di altri tempi. Potrebbe, e lo dico senza nessuna offesa ma semmai come un grande pregio, giocare nella nazionale italiana di rugby. Ruolo: tallonatore. Sta di fatto che alla fantastica cena di ieri sera alla quale ho, tra gli altri, partecipato il piatto forte era il tortel di patate. Nulla di speciale di per se in quanto è un piatto spesso presente nella mia dieta. Tuttavia come lo fa lei non lo fa nessuno. Cotto con lo strutto fatto da lei in una stufa a legna costruita nel 1925. Qualsiasi cosa cotta nella stufa a legna è meglio, il tortel è superbo. Accompagnato con lucaniche di vario tipo (sempre fatte da lei) e formaggi come il casolet, e vari nostrani variamente stagionati. Il tutto annaffiato da un buonissimo barbera piemonetese che la nostra eroina ha acquistato in un suo viaggio estivo. Vabbè finale con un dolce di carnevale trentino (i grostoi), ma il meglio era passato. Per quanti di voi vogliano fare il tortel de patade della Luciana vi dò la ricetta. Non fatevi ingannare dalla estrema semplicità. E' un cibo povero, come tutte le tradizioni culinarie della montagna, ma che si perfeziona con la pratica. Spesso viene preparato per essere mangiato al posto del pane o al posto della polenta.
Per 4 persone (non giocatori di rugby, nel caso raddoppiare le dosi).
Otto patate piuttosto grosse e ben stagionate; 3 cucchiai di farina bianca; sale; strutto
Sbucciate le patate e grattugiatele (la patata grattuggiata rilascia molta acqua, cercate di toglerne una parte). Aggiungere la farina e un pizzico di sale e amalgamare uniformemente; versare l’impasto in una teglia unta con strutto (altezza del composto nella teglia 2 cm. max). Aggiungerne ancora un po’ sopra l’impasto e mettere al forno a 200 gradi. Se avete quello a legna usate quello.
Si lascia cuocere finché in superficie si sia formata una crosta dorata e croccante.

Saturday, February 25, 2006

Antonin Artaud


"Avrei dovuto cagare sangue dall`ombelico per arrivare a cio` che voglio."
The young man held a gun to the head of God Stick this holy cow Put the audience in action Let the slaughtered take a bow The old man's words, white hot knives Slicing through warm butter The butter is the heart The rancid peeling soul Scratch pictures on asylum walls Broken nails and matchsticks hypodermic hypodermic hypodermic red fix One man's poison another man's meat One man's agony another man's treat Artaud lived with his neck paced firmly in the noose Eyes black with pain, Limbs in cramps contorted The theatre and its double The void and the aborted those indians wank on his bones.

Wir sind Helden


Burning from the inside.
Running without aim. Through the razor weeds. That only reach my knees. And when I'm lying in the grey sleep I don't know how to walk the boards. I open my eyes, and look at the floor. And now I don't see you anymore. There is no choice, we make the point. To counteract a threatening hand. Close my hold. As we near the atmosphere.

Monday, February 20, 2006

Gli ammalati, la ricerca e Luca

Oggi è morto Luca Coscioni. Luca Coscioni, 39 anni, si era ammalato 10 anni fa di sclerosi laterale amiotrofica, malattia neurodegenerativa che lo aveva immobilizzato e costretto ad esprimersi con il computer. La sua è una delle malattie che potrebbe essere curata grazie alla ricerca sulle cellule staminali.
Nel 2005 l'Associazione Coscioni è stata tra le promotrici della campagna referendaria contro la legge 40, che vieta qualsiasi ricerca sulle cellule staminali embrionali.Sabato scorso si è concluso il primo Congresso mondiale per la libertà di ricerca scientifica, che ha visto la partecipazione di alcuni tra i maggiori sscienziati di tutto il mondo. Il Congresso era stato aperto da un intervento di Luca.
Marco Pannella ha dato l'annuncio della morte di Luca questa mattina su Radio Radicale dicendo: «Luca era un leader perché era in prima linea e guidava tutto e in qualche misura è naturale quello che è accaduto. Luca è caduto, era in prima linea e direi che è stato ammazzato anche dalla qualità di questo paese e dell'oligarchia che lo distrugge».

Thursday, February 16, 2006

Italiani moralisti ipocriti


Ben lungi dal voler essere un bieco generalista, vorrei dire la mia sulla polemica scoppiata ieri a proposito della intervista rilasciata dal duo Plankesteiner-Haselrieder neo vincitori della medaglia di bronzo nello slittino di coppia. In particolare Plankesteiner ha detto di non sapere cosa fosse l'inno di Mameli. Poi gli hanno spiegato che si tratta dell'inno nazionale, ovviamente sapeva di cosa si stava parlando. Semplicemente, chi ha trascorso qualche giorno in Trentino Alto Adige o semplicemente c'è passato si sarà accorto che da queste parti gli italiani parlano non solo l'italiano (a volte molto male come Plankesteiner), ma anche altre lingue come il tedesco, il ladino, il cimbro o il dialetto altoatesino.
Ora, venendo al sodo, anche gli strapagati giocatori della nazionale di calcio a volte non cantano l'inno. Qualcuno bofonchia, altri tacciono. Allora o si obbligano tutti gli atleti ad imparare l'inno nazionale, oppure ci si rende conto che anche in tutte le altre nazioni del mondo esistono mescolanze di razze e di culture da rispettare. Il fatto che al mattino Plankesteiner dica Gruß Gott in luogo di buon giorno non lo rende meritevole di critiche. Allora cari amici italiani godetevi la medaglia che questi due atleti hanno conquistato sotto la bandiera tricolore, anche se (come chi vi scrive) vengono da quel lembo di terra che nella foto sta all'estremo nord est dell'Italia. Buona olimpiade a tutti. Auf Wiedersehen meine Damen und Herren

Wednesday, February 15, 2006

Autoreferenziale


Essere atei senza se e senza ma, oggigiorno, è alquanto scomodo oltre che politicamente scorretto. Tuttavia se esiste una giustizia di qualche sorta, divina, universale o della natura suppongo, senza falsa modestia, che per quanto fatto sin'ora non ho gran che da temere. Mi spiego: se un peccato esiste è quello di perdere tempo. Ovvero, non fruttare il tempo che abbiamo su questa terra per fare cose è "delittuoso". Devo dire che in questo stranissimo periodo ((incidentalmente coincidente con l'inizio del 2006(il che non mi fa cambiare l'idea del tempo come continuum)), stò utilizzando ogni singolo secondo a mia disposizione. Lo sforzo enorme che stò facendo è quello di utilizzare tutte le risorse a mia disposizione per favorire la concertazione tra le persone e per disseminare quanta più energia positiva possibile. Questo stile di vita l'ho sempre adottato, anche perchè mi viene estremamente naturale, tanto che comportarmi diversamente comporterebbe ulteriori ed ingiustificate difficoltà.
L'amico che, come forse ricorderete, è in ospedale mi ha dato tantissimo. L'ho conosciuto all'inizio degli anni novanta ed ha influenzato in modo importante il mio modo di pensare. Adesso, nonostante la sua enorme difficoltà ad esprimere con il linguaggio concetti complessi, la situazione non è cambiata. Sprecare il tempo, coricarsi la sera con un affanno dovuto ad un litigio, non riuscire con le persone che ti sono care prima di tutte e con tutte le altre poi, ad avere un rapporto sereno è follia. Si possono avere idee diametralmente opposte, si può litigare, ci si può sfogare, certo, ma l'animo deve sempre "volare alto come un'acquila". Provate ad immaginare di guardarvi. Siete in un qualsiasi momento della vostra giornata. Il vostro sguardo ed il vostro pensiero si staccano da voi. Vi state guardando, dall'alto. Si, quello sono io. Non vi state giudicando perchè il vostro animo è sufficientemente sereno. Attorno a voi la gente urla, si agita, voi siete coinvolti, naturalmente, ma state "volando alti come acquile", vi state guardando pur essendo il vostro corpo distante.
Possa la nostra mano, cari amici lettori, essere sempre una piuma e possa essere questo spazio un sano momento di egoismo che rigenera.

Tuesday, February 14, 2006

Libertà di ricerca scientifica


Care lettrici e cari lettori, mi permetto di segnalarvi, qualora ne foste interessati, che a Roma è possibile partecipare al Congresso Mondiale per la Libertà di Ricerca Scientifica. I lavori si terranno presso la Protomoteca del Campidoglio da giovedì 16 a sabato 18 febbraio. Le informazioni per la partecipazione sono sisponibili sul sito http://www.freedomofresearch.org/programma.

Friday, February 10, 2006

Andiamo al cinema va!


Kitchen stories è un film svedese che vidi nel 2004 e che ieri per qualche inspiegabile assonanza mi è tornato in mente. Indubbiamente lo metterò nella lista dei miei preferiti. Non ci sono ragioni particolarmente fondanti nella trama o nell'esecuzione. Si tratta però di quel mix di sensazioni che con il tempo affiorano piacevolmente. Si tratta di una metafora sul potere delle emozioni rispetto alla razionalità della ricerca, per la quale l'uomo è un'icona ricavata dall'osservazione dei comportamenti, senza arrivare mai a toccarne la calda materialità.
Se avete bisogno di una ventata d'ottimismo questo film vi accontenterà. L'amicizia e la solidarietà vincono, sopra ogni cosa. Nessuno salva il mondo come in un epico film della Holliwood di oggi, ma gli scarsi e scarni dialoghi che ricordano il cinema muto, i tempi giusti della recitazione, nonché l'espressività degli attori, secondo la migliore tradizione nord-europea riconciliano con il realismo che si concede una parentesi di felicità.
Spero che con il prossimo disgelo finisca la "legge del contrappasso" alla quale sono sottoposto. Nel 2005 (annus orribilis in decade malefica e stolto secolo), sono andato una sola volta al cinema, e non certo per mia scarsa volontà ma a causa di impedimenti impedienti (e dirimenti). Vidi "niente da nascondere" film francese con Jiuliette Binoche. Ero così in astinenza che l'entusiasmo mi porterebbe a giudicarlo non abbiettivamente. Sicchè andiamo al cinema va!

Tuesday, February 07, 2006

Aforisma


"Seppellitemi vicino all'ippodromo così che possa sentire l'ebbrezza della volata finale".
Vi regalo questa poesia.
the star
Charles Bukowski
I was drunk and they
got me out of my car
put the bracelets on
and made me lay dow
non the roadway
in the rain.
they stood in their
yellow raincoats
cops from 3
squadcars.
the water soaked
into my clothing.
I looked up
at the moon through
the raindrops,
thinking,
here I am
62 years old
and being
protected
from myself
again.
earlier that night
I had attended the
opening
of a movie
which portrayed the
life of a drunken
poet:
me.
this then was
my critical review
of their
effort.

Friday, February 03, 2006

Bilanci Fiat


E' recente l'annuncio, fatto da Luca Cordero di Montezemolo, del raggiungimento da parte di Fiat di un utile, sia pure "modesto", relativo all'esercizio 2005. Purtroppo non ho avuto modo di approfondire la notizia, cosicchè i più informati tra di voi mi correggeranno. Tuttavia questo mi da lo spunto per qualche riflessione.
Premesso che gli Agnelli hanno gestito la Fiat come peggio non si poteva fare, gli stessi però grazie ad una pesantissima forza politica sono stati in grado da una parte di ottenere enormi benefici pubblici (cassa integrazione e benefici fiscali per insediamenti produttivi nel sud), dall'altra hanno impedito che costruttori esteri mettessero piede in italia con insediamenti produttivi industriali. Questo ha creato due conseguenze nefaste. Primo un prodotto scarsamente concorrenziale e principalmente destinato al mercato interno. Secondo una continua perdita di lavoro e di know how produttivo tra i lavoratori del settore auto. Non credo che i lavoratori olandesi, inglesi o spagnoli siano migliori di quelli italiani ed a più buon mercato. Tuttavia i costruttori nipponici sbarcati in europa come Nissan, Toyota e Honda si sono insediati proprio li. Perchè non in Italia? La risposta è qualche riga sopra. Concludiamo, dunque, che la ritrovata redditività del settore auto sia condizione sufficiente alla interruzione di richiesta di nuove forme di ammortizzatori sociali. Ovvero basta cassa integrazione e mobilità. Devo dire, risultando impopolare ma forse non anti-popolare, che la scelta di produrre all'estero la condivido pienamente. In particolare per i modelli meno prestigiosi. La produzione della Panda a Bielsko Biaua in Polonia va benissimo, il (o la) Doblò (molto amata dalle frequentatrici e frequentatori di questo blog) in Turchia, e la nuova Sedici (sul mercato da marzo) in Ungheria nello stabilimento produttivo che Fiat condivide con Suzuky Cars. Mi auguro che nel prossimo futuro anche l'erede della Stilo (segmento chiave nella competizione) venga prodotta all'estero. Non crediate che questo a livello generale determini necessariamente saldo negativo nella occupazione.
Se Fiat, come presumo, continuerà nella politica di richiesta di cassa integrazione vuol dire una sola cosa. Che a pensar male spesso ci si indovina, ovvero sono proprio reali questi utili, ovvero sono realmente determinati dalla situazione economico-gestionale del comparto auto?

Thursday, February 02, 2006

Chimica


Le targhe alterne sono una trovata, tipicamente italiana, che mi rende terribilmente nervoso. Per trattare questo argomento occorrerebbe molto tempo, rischiando di risultare più noiosi del solito. Tuttavia ci sono alcuni aspetti di tutta evidenza che vorrei sottoporre alla vostra puntuale attenzione.

I giapponesi, che pure sono un popolo con cui non sento alcuna sintonia, una lezione importante ce la possono dare ovvero è tutt'altro che disdicevole copiare da chi è più bravo di noi. Allora osservo che in Germania, dove esiste nei singoli individui una cultura di rispetto per l'ambiente superiore a quella italiana se non altro perchè ha radici storiche, negli anni settanta già avevano sperimentato le targhe alterne evidenziando scarsissimi risultati. Noi trent'anni dopo non abbiamo capito nulla. Nessuno, o pochi, dicono che è ora passata di sostituire nei condomini dei centri storici vecchie ed inquinanti caldaie a gasolio se non addirittura a carbone (come ad esempio nel centro di Milano). Le targhe alterne, poi, sono una misura ancora più inutile se si pensa che possono circolare auto euro uno con la targa "giusta" e non auto euro 3 con la targa "sbagliata". La cultura ecologista all'amatriciana dice che è opportuno sostituire le vecchie auto con altre di nuova costruzione e meno inquinanti. Vi siete mai chiesti quanto inquinamento si produce per ogni auto nuova coastuita? Pensate alle vernici, ai solventi, alle plastiche e alle parti metalliche. Senza contare l'energia necessaria. Gli svedesi, infatti, danno si degli incentivi ma a chi tiene vecchie auto diminuendo progressivamente la tassa di circolazione. I tedeschi lavano le strade dato che le polveri sottili accumulate ai lati delle strade si sollevano al passaggio delle auto. Qui si fanno le targhe altrerne. Non sappiamo nemmeno copiare, eppure basterebbe poco. In Italia nessuno tra i mille tra deputati e senatori ha una vaga idea di che cosa sia il rispetto e la slvaguardia dell'ambiente. Copiate gente, copiate.