Monday, October 23, 2006

Nessuno tocchi caino

Quindici ore prima di essere giustiziato, Michael Johnson (29 anni) si è tolto la vita tagliandosi prima l'arteria di un braccio e succiessivamente la vena giugulare.
Tra le due "operazioni" ha scritto con il sangue sul muro della cella non sono stato io.
Era accusato di aver ucciso un benzinaio durante una rapina. Il suo complice ha scontato 8 anni di carcere e oggi è libero. Johnson si è sempre dichiarato ostinatamente innocente.
Sapete cosa penso? Penso che non ha nessuna importanza sapere se la sua innocenza è vera oppure no. Johnson era in carcere dal 1995. Attualmente solo negli Stati Uniti ci sono 390 persone in attesa di essere giustiziate.
Queste notizie e questi dati sono possibili in quanto gli Stati Uniti sono un paese democratico, con una democrazia funzionante, stabile e con un elevato grado di libertà. Tuttavia in alcuni Stati come il Texas continua ad esserci la pena di morte.
Non voglio qui aprire il grandissimo capitolo di tutti i paesi non democratici o totalitari dove la pena di morte è eseguita con regolarità e con modalità, se possibile, ancora più deprecabili. Basti pensare che nella sola Cina, dove si eseguono più condanne a morte che in tutto il resto del pianeta, il costo della pallottola per l'esecuzione è addebitata alla famiglia del condannato.
Una grande moratoria internazionale contro la pena di morte è un traguardo che spero di poter vedere nella mia vita.
Nemmeno Saddam Hussain devrebbe essere condannato alla pena capitale, eppure questo succederà.
Il sangue non cancella il sangue.

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