
Dopo aver letto qualche riga di questo libro non poteva non venirmi in mente Irina Denezkina e il suo "Dammi song for lovers". In entrambi i casi sono arrivato in fondo al libro con la stessa foga e la stessa sensazione di apnea dei 100 metri corsi ai giochi della gioventù a 13 anni.
Ansia, necessità di arrivare il più velocemente alla pagina successiva, un susseguirsi di aspettative e di delusioni. Come la mia vita da adolescente. Con una differenza però: con il susseguirsi delle pagine cresce la sensazione di avere "perso", nel senso di non vissuto, qualche cosa di estremamente importanta, vitale direi.
Questo ha creato in me una sorta di voracità alla ricerca della risposta. Che naturalmente non è arrivata.
Lo stile secco e acido del libro ogni tanto mi schiaffeggiava per farmi tornare alla realtà.
Hey Bav, per te sarà diverso. Tu potrai scegliere e io sosterro la tua scelta, qualunque essa sia.
Ora la biblioteca è chiusa. Se ne riparlerà a settembre.
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