Thursday, May 25, 2006
Il monte Bondone, la montagna dei trentini, è conosciuta anche dagli amanti del ciclismo a causa di una tappa del 1956 conclusasi sotto una tempesta di neve e con temperature polari. Martedì 23 maggio con il fido Frankino sono salito sul Bondone (sfruttando le potenzialità dello scooterone del Frankino) per assistere all'arrivo della tappa del giro.
Il ciclismo per me è una passione antica, tanto che sin dalla prima superiore programmavo interrogazioni e quant'altro in modo da poter arrivare all'inizio del giro senza dover più studiare o quasi. Ricordo che guardavo tutte le tappe anche quelle noiosissime con collegamento a 50 chilometri dall'arrivo, percorso piatto e volatone finale.
Martedì sul Bondone è stato un vero spettacolo. Freddo, quello si, 9 gradi e un vento gelido. Migliaia davvero i ciclisti di ogni età che hanno scalato il Bondone con le loro bici. Ho visto di tutto, ma il massimo è stato un grasso papà che con la bici trainava un apposito carrellino con dentro un bambino che dormiva saporitamente. Il pubblico lungo la strada gli ha tributato un applauso interminabile e incredibile. Il bimbo non si è nemmeno mosso ma la fatica del grasso babbo sicuramente ha avuto un sollievo. I tifosi del ciclismo sono semplicemente unici. Forse perchè sanno cos'è la vera fatica. Il Bondone in bici l'ho fatto tante volte facendo tantissima fatica. Il mio fisico è il contrario di ciò che ci vuole per andare in montagna, tuttavia sono decine le montagne che ho fatto. Andare in bici, a qualsiasi livello è un toccasana. Non è necessario fare migliaia di chilometri, basta qualche passeggiata. Lo consiglio a tutti in particolare a chi vuole cercare di rilassarsi o di dimenticare momenti spiacevoli della vita. Con me ha sempre funzionato, spero altrettanto per voi.
0 Comments:
Post a Comment
<< Home