Monday, March 20, 2006

Politiche 2006

Da sempre sostenitore del sistema maggioritario puro di tipo anglosassone con collegi uninominali, mi ritrovo a "dover" votare con sistema proporzionale. Se è vero che il sistema proporzionale ha il pregio di dare una rappresentanza anche a partiti che rappresentano gruppi ristretti di cittadini con caratteristiche simili (es. gruppi linguistici o etnici), dall'altro ha un difetto enorme, almeno per la realtà Italia. Quello di obbligare partiti e movimenti politici diversi, a volte solo per alcune sfumature, a formare coalizioni che, storicamente, si sono dimostrate inaffidabili ed instabili. Effettivamente non esiste un sistema elettorale "migliore" rispetto ad un altro tout court. Tuttavia per paesi storicamente instabili come l'Italia il maggioritario puro darebbe almeno due grandi benefici. Il primo è la chiusura di tante botteghe/partito con, finalmente, un bipartitismo e non un bipolarismo. Dall'altra dà la assoluta certezza a chi vince di avere una sufficiente maggioranza alla Camera ed al Senato per governare. E governare per 5 anni, tempo necessario per riuscire a concretizzare idee e programmi. Altro vantaggio del sistema maggioritario è quello di "costringere" i due partiti a presentare prima delle elezioni la lista dei ministri. Pensate ad esempio al ministero dell'economia. Sapere prima chi sarà a presiedere il Ministero è garanzia circa le politiche economiche che verranno adottate nel quinquennio. Francamente oggi chi vota per uno dei due schieramenti italiani lo farà senza sapere nulla di tutto questo. Questo voto è quasi come chiedere di firmare un assegno in bianco.
Altra nota dolente riguarda l'età media dei candidati. L'Italia è sempre stato un Paese governato da persone vecchie. Oggi i due schieramenti sono guidati dagli stessi leader di 12 anni fa. E' tutto questo dovuto alla incapacità dell'Italia di esprimere valide personalità giovani oppure sono i vecchi che non lasciano spazio grazie al loro potere politico ed economico?. Indipendentemente dalle loro posizioni politiche, possiamo vedere che l'Europa esprime personalità giovani. Pensate a Zapatero poco più che quarantenne, Blair eletto a 45 anni, la Merkel in germania ha cinquant'anni ecc. Berlusconi e Prodi hanno abbondantemente passato i sessant'anni. Chi esprime dubbi come me può, il giorno delle elezioni, andare in gita, annullare la scheda o lasciarla bianca, dipendentemente dal significato che vuole dare al suo voto o non voto. E' però tutto questo "conveniente" per il nostro sistema paese? E' forse più "responsabile" prendere comunque una posizione? La discussione non appare semplice essendoci, per entrambe le posizioni, forti e convincenti argomenti a supporto.

Tuesday, March 07, 2006

Il primogenito



Eccolo, è Icaro del Ronco poche ore dopo la nascita con la mamma Vandee.

Principessa, la figlia del Capitano


Questo è il meraviglioso primo piano di Iina Grif. Lei è la secondogenita del più grande trottatore italiano di tutti i tempi, il figlio del vento: Varenne. Lo sguardo di Iina Grif è identico a quello del padre. Lei è nata alla mezzanotte tra il 26 e il 27 gennaio del 2004. Tanto basta per dire che il 15 luglio 2006 debutterà in pista, mancano poco più di 100 giorni. Vi posso dire che quando Cuspide vide per la prima volta Iina disse: questa è una campionessa. Allora scattò la provocazione con annessa scommessina da parte mia: si, ma Icaro del Ronco (primogenito di Varenne) è meglio. Icaro del Ronco appena nato dava l'impressione di essere un tantino "rimbambito" nel senso che aveva più l'aria di un simpatico botolo lanugginoso. la scommessina è ancora valida ovvero Icaro del Ronco per me sarà un grande. La madre di Icaro è Vandee, autrice di una carriera di tutto rispetto, meglio di Niebla Blanca, madre di Iina. Ma si sa, a dispetto della reazione delle lettrici di sesso femminile, la genealogia di un cavallo la fa principalmente il padre. Tant'è, staremo a vedere, tuttavia come spesso ricordo ciò che conta è il sogno. Cosa c'è di meglio che immaginare Iina che all'esordio sulla pista di Vincennes mette in fila tutti gli avversari tra un tribudio di tricolori? E allora buona fortuna bella Iina, che tu possa volare come il tuo babbo!

Monday, March 06, 2006

Sono due


Sabato sono ritornato nello stesso paese del post precedente. Questa volta per una occasione assai meno lieta. Ho infatti salutato per l'ultima volta una vecchia pro zia da tempo malata che si è serenamente spenta all'età di 90 anni. Ricordo che quando, prima da "piccolo" e poi da "giovane", passavo davanti alla sua casa (quasi l'ultima del paese) per andare nel bosco mi diceva di stare sempre attento alle vipere. Mi diceva poi "quando torni fammi vedere quello che trovi". Si riferiva ai funghi, ovviamente, ed immancabilmente al ritorno mi offriva qualche cosa da mangiare con il garbo ed i modi gentili di una minuta donna d'alti tempi.
Nella vita ho viaggiato molto. Con la mia famiglia d'origine, e poi successivamente, ho fatto ben cinque traslocchi cambiando città e regione. Per lavoro, quasi fosse qualche cosa inevitabile, viaggio molto sia in Italia che in Europa. Tuttavia da qualche tempo sento un profondo senso di piacere e di sicurezza quando ritorno nell'unico luogo che ha sempre accompagnato la mia vita: la val di sole. Li ci sono io, quella è la "mia casa" e c'è la mia gente. In nessun altro luogo della terra mi sento così. Forse è una debolezza, però è un pensiero forte dentro di me adesso.
All'uscita dal cimitero tutte le persone presenti mi hanno salutato, stretto la mano o lanciato uno sguardo amichevole. Per la prima volta la sensazione di essere conosciuto da tutti mi ha riempito di calore. Proprio io che faccio dell'understatement più estremo uno stile di vita.
Erano circa le 15.30, qualcuno mi ha invitato a casa. Abbiamo fatto merenda con una torta di mele, formaggio, lucaniche e vino. "Ti vediamo poco" mi dicevano, "vieni più spesso". Hanno ragione. Quando sono in colonna nei dintorni di qualche grande città penso che dalle "mie parti" il massimo dell'intralcio è un trattore carico di fieno in estate o una bella nevicata d'inverno.
Verso sera, mentre tornavo verso casa il mio cuore è rimasto li, diviso tra l'ultimo saluto alla pro zia e l'arrivederci alla mia terra.