Tuesday, January 10, 2006
Dire che questo è e sarà un periodo difficile è riduttivo. Le poche ma importanti presenze che ruotano intorno alla mia vita lo sanno e, senza dubbio, stanno facendo del loro meglio senza essere invasive. Dover passare la maggior parte della giornata al reparto neurologico di un ospedale per cercare di dare un supporto morale ad una persona cara che ancora non ha deciso se reagire e restare con noi o lasciarsi andare non è cosa da poco. Questo è uno di quegli episodi che come una lama incide il tuo cervello "regalandoti" un ricordo indelebile. Il mio sguardo non incrocia solo gli occhi stanchi e sfiniti di chi fa molto più di me, ma è rivolto alla vita. Penso ad un amico vero che ieri ha iniziato un "nuovo" lavoro difficile e lontano, penso al mio lavoro e ringrazio tutte le persone che si sono chieste quale fine avessi fatto. Molti lo hanno capito, altri vuoi per la lontananza vuoi per altro hanno liberamente interpretato. In questo momento non importa. Scrivo. Scrivo soprattutto per me stesso. Un attimo di tempo per se stessi è l'egoismo che rigenera. Allora forza, si riparte.


3 Comments:
ups... caspita.. non vorrei essere stata inopportuna... scusa
Non devi scusarti, al contrario mi fa piacere che tu ti sia accorta della mia latitanza. Mi hai piacevolmente sorpreso.
scusa eh come si fa a non notare la mancanza del commentatore più assiduo di slivo (gli altri son tutti timidoni, anzi IGNAVI)? oltre al fatto che ora il tuo schumpeter è diventato di consultazione quotidiana.
mi impegnerò a scrivere più strunzmpettate possibili in modo da sollevare un pochino gli animi per quanto possibile(già la chicca dei giocatori irlandesi e pelati secondo me non è da sottovalutare).
mi stia bene, dottore, e che la sua mano continui ad essee piuma mi raccomando
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